
ROSSETTO: CURIOSITA’
Ogni donna, durante la sua intera esistenza, ne mangia due chili: di cosa parliamo? Del rossetto.
Passiamo la vita a metterlo. E poi a toglierlo. E poi a rimetterlo. Iconico alleato beauty, così fondamentale da diventare – purtroppo – quasi scontato. Eppure il rossetto ha una storia affascinante: un tempo bistrattato perché considerato ai limiti dell’oscenità, ha poi risalito la china diventando una vera ossessione per le dive e un genere di prima necessità in tempo di guerra. Ecco alcune curiosità.
COMPOSIZIONE: il rossetto è un gel ceroso, formato da cere gelificate con oli, grassi e resine, colorato con pigmenti, che viene colato allo stato fuso in stampi successivamente raffreddati, dove prende la forma stabilita. La parte colorante è composta da pigmenti minerali o di sintesi ( in cosmetica ne sono ammessi circa un centinaio, tra le migliaia di coloranti esistenti ). Il colore però può essere dato anche da sostanze di natura minerale, che conferiscono effetti ottici di lucentezza metallica o perlacea. Tutti i pigmenti sono dispersi in oli di origine vegetale, minerale o di sintesi. Oltre agli olii vengono aggiunte sostanze grasse pastose ( derivati della lanolina, burro di karitè, burro di cacao e altri grassi) e miscele di cere (di origine animale: cera d’api; vegetale: cera candelilla e carnauba; sintetica o minerale: cera paraffina ). E persino resine vegetali, per dare un effetto di brillantezza. Gli olii, il più comune dei quali è quello di ricino, conferiscono lucentezza; le cere servono invece a dare consistenza allo stick e al deposito del sottile strato colorante sulle labbra; le sostanze grasse assicurano morbidezza ed emollienza. I rossetti infine contengono conservanti ( che impediscono la proliferazione batterica ), aromi ( profumano il rossetto e lo rendono più accettabile, coprendo odori non gradevoli ), antiossidanti ( evitano l’irrancidimento ) e una serie di principi attivi ( emollienti e protettivi, anti-radicali liberi, filtri solari ) per il mantenimento in buono stato della mucosa delle labbra.
LIZ TAYLOR: bellissima e vanitosa, l’attrice Liz Taylor voleva essere l’unica donna sul set a indossare il rossetto. Chi lavorava con lei, dunque, doveva preferire labbra a effetto nude.
PARLAMENTO BRITANNICO: nel 1650, il Parlamento britannico dichiarò illegale il rossetto o, come allora veniva chiamato, il “ vice of painting “, il vizio della pittura. La proposta però non divenne mai legge.
MORALE: durante la Seconda Guerra Mondiale, Winston Churchill, ordinò di razionare tutti i cosmetici tranne il rossetto di cui, anzi, si continuò la produzione. Questo perché, secondo l’allora primo ministro britannico, un bel colore rosso sulle labbra tirava su il morale. Di chi lo indossava certo, ma anche di chi aveva il piacere di ammirarlo.
OSCENO: nell’Antica Grecia, le labbra colorate di rosso caratterizzavano le donne che mettevano in vendita il loro corpo e il loro amore.
PENDANT: la Regina Elisabetta II commissionò un rossetto di una nuance ben precisa. Il colore del prodotto doveva infatti abbinarsi perfettamente alle sua tunica da cerimonia per l’incoronazione. Era il 1952 e il rossetto, di una sfumatura fra il rosso e il blu, prese il nome di ” The Balmoral Lipstick ”.
PRESIDENTE: anche il primo Presidente degli Stati Uniti, George Washington, metteva il rossetto. Lo faceva saltuariamente, ma lo abbinava a cipria, blush e parrucca.
STATUS SYMBOL: durante l’Impero Romano, uomini e donne indossavano il rossetto. Questo perché le labbra vermiglio indicavano un alto status sociale.
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Nouvelle Esthétique Académie – photo courtesy MAC Cosmetics